Nella vita di ogni bevitore (se santo o profano lascio a voi decidere) arriva sempre quel momento in cui ci si ritrova a fare i conti con il dilemma del vino sfuso. Un modo infallibile per portarsi a casa quel paio di bottiglie in più e risparmiare allo stesso tempo qualche spiccio per il biglietto del tram o per un pacchetto di cartine (corte o lunghe, anche qui: lascio a voi decidere). Certo, non sempre tutto fila liscio come dovrebbe, e capita che a volte a farne le spese sia la qualità della bevuta. Mal di testa e gastriti del giorno dopo inclusi. Così finiamo quasi per rimpiangere quella bottiglia di discutibile provenienza arraffata di corsa dagli scaffali di un minimarket, al primo anno di Uni, per non arrivare a mani vuote al compleanno di quell’amico che – puntualmente – abitava dall’altro lato di Torino.
Ma se vi dicessi che da quasi cinque anni, nel cuore di Sansa, la vineria À La Volée propone una selezione di vini sfusi piemontesi che non cedono di un solo millimetro alla qualità, ci credereste?
Beh, bere per credere.
Vineria À La Volée
Via Silvio Pellico, 12/A, 10125 Torino TO
Lu | 17 – 21
Ma – Sa | 11-13 / 17-21
Do | Chiuso
Sito | Facebook | Instagram
Tre motivi per andare À La Volée per scegliere il vino sfuso a Torino
- La straordinaria varietà di vini della tradizione piemontese, pronti per essere assaggiati.
- Il proprietario Stefano, laziale di nascita e piemontese d’adozione, enologo qualificato che con la sua travolgente passione e le sue conoscenze ti guiderà nella scelta del vino giusto per ogni occasione.
- La possibilità di vedere dal vivo la tecnica scenografica della “sboccatura à la volée”: l’operazione finale attraverso cui vengono eliminati i residui di lievito degli spumanti “metodo classico”.
Se un tardo pomeriggio un bevitore…
(Ok, forse non era proprio così…), ma se un tardo pomeriggio un bevitore dovesse mai capitare a passeggiare per le strade di San Salvario, passando in Via Pellico durante la sacra ora dell’aperitivo, una vetrina luminosa richiamerà sicuramente la sua attenzione. Se poi la curiosità lo spingesse ad aprire la porta e a entrare, finirà per ritrovarsi immerso in una rustica e verace atmosfera d’altri tempi.
O, almeno, questo è all’incirca quello che provo io non appena entro À La Volée, il mio posto di fiducia per il vino sfuso a Torino. E mentre mi aggiro nella piccola sala del locale, non so se più entusiasta per la fila di piccole barrique da cui stillare i vini o se per i lunghi salami stagionati appesi alle pareti (l’idratazione è importante, ma anche la fame va tenuta sotto controllo), il proprietario Stefano, nella sua inconfondibile tuta da meccanico, mi racconta la nascita della vineria e mi fa assaggiare alcuni dei suoi vini (ora sì che si comincia a ragionare).
Una scelta di cuore e controcorrente
Alla base della vineria di Stefano c’è una filosofia schietta e pragmatica: proporre vini di qualità a prezzi estremamente competitivi. In che modo? Con un’attenta selezione fatta all’origine tra le aziende vinicole di Langhe e Monferrato. Selezione che taglia via i successivi passaggi della catena di distribuzione, senza intaccare in alcun modo il valore del prodotto. E poi ancora operando assemblaggi e, in alcuni casi, addirittura vinificando direttamente nella cantina retrostante il negozio.
Un pensiero e un modo di fare che sembra quasi riportarci alle vecchie vinerie torinesi di primo Novecento. Una scelta di cuore e controcorrente: di quelle che ti fanno venire voglia di sederti, riempirti il bicchiere e continuare ad ascoltarne la storia. Mentre un odore di cantina si spande nell’aria rendendo tutto più bello.

I consigli dell’(in)esperto
I vini in vendita sono soprattutto i classici della tradizione piemontese, dal Cortese alla Barbera, dall’Arneis a sua maestà il Nebbiolo; ma non mancano chicche e rarità. Una varietà di scelta in cui potrà forse sembrarvi difficile districarsi. Ma non disperate: mi sono sacrificato per voi.
Dopo un’attenta degustazione (perché precisione e imparzialità sono sempre fondamentali) ne ho scelti alcuni da consigliarvi. Un succoso taglio di Moscato Secco e Traminer, fresco, vivace e beverino, avvolto dai caldi profumi di frutta estiva: da farti (letteralmente) perdere la testa. Una Barbera giovane, che fa solo acciaio, e che esalta al massimo gli aromi primari del vitigno (ciliegia, fragola e amarena).
Un Gamba di Pernice, vino schietto e intrigante, con punteggiature di spezie quasi piccanti. Per molti anni scomparso e dimenticato, è stato recuperato soltanto negli ultimi anni da alcuni produttori della zona tra Calosso e Canelli (piccolo appunto: si tratta di una delle DOC più piccole d’Italia, con appena una decina di ettari vitati). E, infine, uno Spumante metodo classico a base Erbaluce del 2013 (e ancora da sboccare!) di straordinaria complessità, dalla trama olfattiva in cui prevalgono sentori di pasticceria secca (un po’ tipo le paste di meliga, giusto per rimanere in Piemonte), agrumi canditi e nocciole tostate. Di questa bomba Stefano mi confessa esserne rimaste meno di 60 bottiglie (quindi, per i più temerari: fatevi avanti, ora o mai più).

Ma questo elenco non esaurisce le varietà in vendita, e – si sa – in materia di vino ognuno ha la sua classifica personale. Vini a cui si aggiungono altri immancabili prodotti del territorio: grappe, conserve, marmellate, formaggi e salami. Ce n’è per tutti. E se proprio non sapete decidervi nella scelta della giusta bottiglia, potrete sempre sedervi a fare aperitivo nel dehors davanti alla vineria e assaggiarli uno per uno, in abbinamento con gli immancabili piatti di pane, formaggio, giardiniere e “cacciatorini”.
Probabilmente mi troverete lì.
All images © 2022 Filippo Racanella
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