Adriano Marco e Vittorio | Generazioni di viticoltori di Alba

Denise Di Santo Pubblicato il 15 Febbraio 2022

Mentre rimugino sulla tristezza della vita che incombe nei mesi invernali, tra diete detox, buoni propositi e balle varie, arriva un barlume di gioia. Nella speranza di rendere questo inizio anno un po’ più leggero, decido di evocare ricordi particolarmente divertenti e beverecci della scorsa estate. Sì, ricordate? Quando c’era il sole e stavamo tutti mezzi nudi, e io ricercavo ristoro delle cantine delle Langhe da volti amici per condividere la bellezza della tradizione. Giusto qualche mese dopo, per rinfrescare la memoria, ve lo racconto qui…

Adriano Marco e Vittorio
S. Rocco Seno D’Elvio, 13a | Alba

Visite su prenotazione: Dal lunedì al venerdì: 10:00 – 12:30 | 14.30 – 18:00
Sabato e Domenica: solo su orario concordato

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Le ragioni per cui andare da Adriano Marco e Vittorio:

  1. La famiglia: l’intera azienda agricola è basata sulla forza della famiglia. Io conosco Michela, una delle più piccole entrate in azienda, una forza della natura!
  2. Il Barbaresco: sapete che il mio cruccio è questo vino (ma che dico vino, nettare degli dei) e il loro mi ha incantata
  3. Non solo vino: ma anche nocciole, tartufi e… e-bike!

La scoperta di quel luogo che mai nessuno sà identificare: San Rocco Seno d’Elvio

Da quando mi sono innamorata del Barbaresco e sono diventata sommelier mi si è aperto un mondo tra disciplinari, note di degustazioni, vinificazione ecc. Una delle cose che allora mi aveva incuriosito di più erano i 4 comuni di produzione di questa meraviglia. Barbaresco, Neive, Treiso e Alba.

Alba? Ma ad Alba ci sono vigneti? Ebbene si, a San Rocco Seno d’Elvio, frazione di Alba. Ed è proprio qui che mi sono avventurata, andando a trovare Michela Adriano nel suo habitat naturale. Arrivata alla terza generazione della famiglia Adriano, mi accoglie Michela nel cortile dell’azienda Adriano Marco e Vittorio tra cagnoni belli e gattini coccolosi. Ed è subito sapore di famiglia!

Proprio sulla famiglia è fondata questa azienda, come tante aziende agricole della zona, dove venivano prodotte le uve e diversi prodotti di origine contadina. Tutta la storia di questa famiglia parte dall’inizio del Novecento con i bisnonni di Michela, passando per Aldo e Maddalena che acquistarono la cascina qui a San Rocco Seno d’Elvio, arrivando poi ai figli Marco e Vittorio con le rispettive mogli. Da qui si forma l’azienda che conosciamo ora, rinnovata nella produzione e nella commercializzazione anche sul mercato estero. A gamba tesa arriva Michela, che con la sua giovanissima età, affianca la mamma Grazia nell’accoglienza in cantina, ma soprattutto nel mercato internazionale. 

In cantina tra storia, arte e novità

La cantina è quel luogo magico dove avviene il miracolo della trasformazione da uva a vino. Si, voglio davvero chiamarlo miracolo perché non è solo questione di chimica, ma anche di amore, passione e tanto tanto lavoro. Queste sono tutte le componenti che ho potuto apprezzare durante la visita dalla famiglia Adriano. In ogni singolo spazio, dai locali di lavorazione, di stoccaggio, dalle botti e dal piccolo museo creato con antichi strumenti di lavoro. Il tutto accompagnato da un filo conduttore artistico davvero suggestivo, soprattutto nella parte nuova della cantina, costruita con pietra di Langa e mattoni recuperati. L’attenzione per la sostenibilità e il rispetto del territorio rispecchiano la filosofia dell’azienda che fa parte del circuito del The Green Experience (ne avevo già parlato qui!) e della FIVI.

Questi 50 ettari di proprietà non regalano solo pregiati vini, ma anche Nocciole, quelle piemontesi IGP: la Tonda Gentile Trilobata. E non è tutto! La tenuta è immersa nelle vigne, ma anche in ricchi boschi nei quali la famiglia porta avanti la tradizione della ricerca dei funghi, del tartufo nero e del pregiato Tartufo Bianco d’Alba. Tutto questo grazie alla particolare cura e dedizione che ha tutta la famiglia per il territorio e per l’educazione ambientale. Parlando di ambiente, non posso non nominare le e-bike che la famiglia noleggia come idea innovativa e divertente per scoprire questi bellissimi paesaggi naturali. 

E degustazione sia!

Tutto molto bello, ma sapete quanto amo arrivare al momento clou delle mie visite: La degustazione! Insieme a Michela (e a nonno Aldo che tagliava l’erba) ho ripercorso, dai bianchi ai rossi, i punti fermi dell’azienda Adriano Marco e Vittorio.

L’Ardì l’ho saltato, ma solo perchè l’avevo già ampiamente bevuto da Braja, quindi ho iniziato da Basaricò il Sauvignon del 2019 che, come dice il nome, ha uno spiccato sentore di basilico, ma anche di frutta fresca, specialmente la pesca! Delicatissimo, ma persistente, è venuto subito a casa con me. Siamo passati poi alla Barbera d’Alba Superiore 2018 di quel bellissimo color rubino acceso e il profumo e sapore di confettura dolce e armonica.

In fissa col mio vitigno autoctono preferito abbiamo degustato Cainassa, il Langhe Nebbiolo 2019 della vigna più antica della famiglia… solo acciaio e 20 giorni di macerazione che lo rendono vellutato e con profumi caratteristici, 70 anni di vigna portati benissimo! Non potevo di certo andar via senza aver degustato una sfilza di Barbareschhh. Quindi abbiamo iniziato il crescendo di magia dal Barbaresco DOC Sanadaive del 2018 che in un anno di botte ha racchiuso in sé tutti i profumi dolci di rosa e di sentori particolarmente floreali. Ho concluso poi la degustazione con il Barbaresco DOC Basarin Riserva del 2015 che prende proprio dal Cru Basarin tutte le meravigliose note di mora e lampone, tendenti al balsamico.

Che dire? Vi resta solo da passare dalla famiglia Adriano per un saluto e proseguire per tutte le altre realtà del territorio che vi ho raccontato qui!


All images © 2022 Denise Di Santo

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