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De Gustibus a Chieri, il fine dining intimo che racconta l’Italia

Monica Pianosi Pubblicato il 16 Luglio 2025

C’è un ristorante a Chieri, poco lontano dal centro e in un bellissimo giardino tra le case, dove si cena senza menu. Ogni piatto nasce dal mercato del giorno, dall’umore delle stagioni, dalla scoperta degli ingredienti. Si chiama De Gustibus, e no, non è solo un nome ironico — è una dichiarazione d’intenti: “Sui gusti non si discute”, ma li si può accompagnare in un viaggio, se ci si affida.

Dietro a questo sogno, iniziato come tanti dei migliori progetti in piena pandemia nel marzo 2020, ci sono Davide Cristaldi, chef siciliano classe 1989, e Giulia Mandara, maître e sommelier torinese. Insieme hanno immaginato un fine dining che non fosse un esercizio di stile, ma una scelta di vita sostenibile: pochi coperti, una cucina che prova a contenere al massimo gli sprechi, un servizio attento e diretto, pensato per accogliere.

De Gustibus a Chieri: una cucina che non spreca

“Sostenibile” è una parola abusata, dice Davide, e non ha torto. Da De Gustibus a Chieri la sostenibilità è concreta: si cucina solo quello che serve, si conserva solo materia prima, si struttura il lavoro perché ogni ingrediente venga rispettato. È per questo che il menu lo raccontano ogni sera a voce. Non è una moda, è un metodo.

I piatti nascono dalla formazione di Davide — Sicilia, Veneto, Romagna, Piemonte — e da una voglia di innovare senza mai rinnegare. Molti i piatti vegetali, curati per conservare colore, sapidità, proprietà nutritive. Poi pesce fresco, carni piemontesi, dolci misurati. Il tutto raccontato in un percorso degustazione a “mano libera”, dove ci è piaciuto farci guidare con fiducia.

L’accoglienza inizia con l’aperitivo del De Gustibus: una seleziona di piattini che danno il benvenuto e iniziano a presentare i protagonisti della serata. Sapori decisi. Intensità mediterranee. Fritture leggere, asciutte e perfette. Mandorle, arance amare, salmoriglio (un intingolo a base di olio, limone e origano), capperi. Il messaggio è chiaro. Qui c’è qualcuno che arriva dalla Sicilia. Ed è proprio così che abbiamo scoperto che Davide è nato in Sicilia, più nello specifico a Catania. E che anche Giulia viene da questa meravigliosa isola. Ed è lì, forse, che ci siamo rilassate.

L’aperitivo serve anche a capire la mano dello chef. E a decidere quindi se scegliere il menu degustazione e farsi guidare da lui (ovviamente sì per noi), oppure se optare per la scelta alla carta.

In sala, il calore di Giulia

Giulia è il volto che accoglie, la voce che accompagna ogni piatto con un racconto e un vino ragionato. Dopo un’esperienza iniziale in cucina e una parentesi da pastry chef, ha scelto la sala. Lì ha trovato il suo posto: una presenza calda, raffinata, mai invadente, capace di rendere la cena un racconto, più che un semplice pasto.

Il locale è intimo, elegante senza ostentazioni. In estate si mangia nel giardino interno in stile francese, tra candele e piante. La sensazione è quella di essere a casa con luci basse e tempi giusti.

Un ristorante, ma soprattutto una visione

De Gustibus è aperto solo a cena (dal martedì al sabato) e la domenica a pranzo. È una scelta, come tutto il resto. Lavorare in due, senza brigate infinite o sprechi di energie, permette di restare fedeli alla propria idea di ristorazione: personale, coerente, sincera. In quattro anni di attività sono arrivati riconoscimenti importanti, come la segnalazione sulla Guida Michelin. Ma ciò che più conta, per Davide e Giulia, è aver creato un luogo dove stare bene, cucinare bene, far star bene.

Chi cerca un’esperienza autentica, fuori dalle mode e dentro ai gusti (quelli veri), a Chieri ha una tappa obbligata.

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Da quando ho iniziato a interessarmi di sostenibilità sono diventata vegetariana, ho venduto la macchina e ho preso un PhD. Ma non chiedermi di smettere di viaggiare.

Tutte le immagini sono di © De Gustibus Chieri 2025

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