Flashback Habitat: arte, luoghi e persone

Gaia Sandrelli Pubblicato il 9 Ottobre 2024

La scorsa settimana, insieme ai miei parenti, sono andata in Collina per una cena di famiglia. Durante il tragitto in macchina, mio padre guarda fuori e, sul tetto di un edificio, vede una scritta grande, rossa e luminosa che recitava “mater”. Mi chiese subito cosa fosse e io gli risposi con gli occhi a cuoricino: “ è Flashback!”

La storia: uno dei cardini di Flashback

A fine dell’ottocento era una villa privata di un banchiere, a metà del novecento divenne un’istituto provinciale per l’infanzia, e nel 2022 diventa un ecosistema per le culture contemporanee. Molta storia in tantissimi metri quadrati.

La storia di Flashback inizia nel 2013 come progetto polivalente, avendo come punto focale quello di studiare il passato e sottolineare l’importanza che ha per far funzionare al meglio il presente. Da qui nasce la voglia di curare spazi con una storia secolare e valorizzare il loro potenziale. Nel 2022 viene creato Flashback habitat, uno spazio nel quartiere Crimea, composto da tre padiglioni – stanno già ristrutturando il quarto – e molto verde attorno.

Un po’ Mago di Oz un po’ realismo romantico del ‘700

Quando sono andata a visitare Flashback mi ha accolto subito un’aria quasi incantata, forse sarà stata l’opera site specific di Michel Vecchi Mushroom Forest, o la golden hour che coronava il tutto, ma la passeggiata dall’entrata fino al bistrot (padiglione C) mi ha fatto sentire come se fossi quel soldato che si riposa all’ombra delle betulle dipinto da Theodore Rousseau.

Durante il percorso, mi sono ritrovata ad ammirare vecchie insegne utilizzate durante il periodo in cui le strutture ospitavano l’Istituto provinciale infantile: la porta con su scritto asilo materno o dispensa mi evocano un’idea di come poteva essere quel posto negli anni sessanta. Alla mia immaginazione è venuta in soccorso la mostra permanente dello spazio: Una vita migliore. Frammenti di storie dell’istituto per l’infanzia della provincia di Torino. Attraverso documenti, foto e interviste si scopre il passato delle generazioni che sono nate e cresciute lì. 

Padiglione C: location PERFETTA per il mio matrimonio (se solo dovessi sposarmi)

In cima alla salita sono stata accolta da una vista panoramica su Torino, una terrazza molto accogliente e un personale super gentile. Mi sono seduta, ho ordinato il mio bicchiere di Primitivo, ho spiluccato i nachos offerti e mi sono goduta il tramonto. L’interno del bistrot è curato in ogni dettaglio, dove l’arte è protagonista e la musica fa da accompagnatrice perfetta. Calato il sole, si sono accese le luci soffuse che riscaldano l’ambiente e il magico giardino ottocentesco non è diventato tenebroso, cupo e pauroso, ma era come se tutte le creature magiche che ci vivono fossero andate a fare un pisolino. Le opere mi tengono compagnia e le chiacchiere provenienti dalla terrazza mi riempiono le orecchie. 

Il manifesto di Intenti di flasback

Flashback rende l’arte più vicina alla gente, più tangibile e alla portata di chiunque; valorizza il passato, le storie e i luoghi che ne fanno parte; accoglie tutta l’arte e non solo quella che piace, creando un dialogo tra le varie pratiche artistiche. Per quanto mi riguarda, mi aveva già conquistato alla prima riga. 

Flashback sta eseguendo un lavoro incredibile, un esempio da osservare, interiorizzare e applicare alla vita di tutti i giorni. Così facendo si può sempre contribuire attivamente al mondo dell’arte e al flusso che questo muove.

Andare ai musei da sola, fare aperitivo in terrazza e mangiare pasta almeno una volta al giorno. E io sono felice.

Tutte le immagini sono di © Stefano Pucci 2024

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