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Il parco nascosto di Villa Durazzo Pallavicini

Il parco nascosto di Villa Durazzo Pallavicini

Cosa c’è di meglio di passare una domenica di sole al parco, se per di più il parco è quello di Villa Pallavicini?

Ilaria, zaino in spalla e macchina fotografica e io, armata di buona memoria, arrivate a Genova Pegli, siamo state accolte da Silvana Ghigino, Direttrice del Parco di Villa Pallavicini, che ci ha guidate in un percorso iniziatico-esoterico attorno a cui è costruito tutto ciò di cui vi parleremo.

Parco di Villa Durazzo Pallavicini
Via Ignazio Pallavicini 13

Parco aperto e visitabile in settimana e nei weekend (anche in zona arancione)
Prenotazione online consigliata

Sito
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La storia della progettazione e della realizzazione del parco della Villa Pallavicini è un esempio straordinario di ciò che menti “elettivamente affini” possono riuscire a realizzare.
Parliamo del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini e dell’architetto e scenografo del Carlo Felice Michele Canzio, che dal 1840 al 1846 lavorarono intensamente per trasformare la collina intorno alla Villa nella meraviglia che oggi conosciamo.

Un po’ di storia

Quando Canzio fu incaricato di progettare il Parco dal marchese Pallavicini, da fine intellettuale e uomo di cultura e arte qual era, sapeva fin da subito cosa fare. Decise così di strutturare gli 8 ettari di bosco a disposizione in un percorso di tre chilometri e di suddividerlo come una vera e propria opera teatrale a cielo aperto in 3 atti con 15 scenografie monumentali tutte collegate tra di loro da un racconto romantico-filosofico-esoterico.

Il progetto ebbe  così tanta risonanza che fin da subito coinvolse tutta l’Italia; con l’inaugurazione del Parco, a Pegli, piccolo paesino di pescatori, arrivarono a migliaia persone da ogni dove, anche grazie al collegamento ferroviario fortemente voluto dal marchese Pallavicini. Quest’ultimo, con grande intuito, decise di cedere i suoi terreni gratuitamente per far costruire la piccola stazione di Pegli proprio accanto alla sua Villa. Una mossa strategica? Ma certo che sì! Al tempo l’interesse per il neonato Parco fu infatti così grande che si arrivò a parlare di un vero e proprio “caso Pallavicini”.

Ma Villa Pallavicini è anche un ecosistema molto complesso, nel senso più letterale del termine! Da bravi paesaggisti ogni elemento va collocato nel posto giusto. Un team specializzato si occupa della sua manutenzione, senza mai dimenticare i profondi aspetti culturali che stanno alla base di tutto.

Cosa serve per affrontare questo percorso? Curiosità, mente aperta e ultimo, ma non per importanza, una guida esperta come lo è la Direttrice Silvana Ghigino, che grazie a 30 anni studio e di rigore filologico è riuscita, insieme ai suoi collaboratori, a riportare alla luce il percorso nascosto che Pallavicini e Canzio avevano in mente da principio.
Chi meglio di lei infatti conosce il Parco? Pensate che ha iniziato a dedicarcisi dalla tesi di laurea in Architettura nel 1984!  Il suo impegno instancabile e la sua infinita passione hanno permesso di salvare il Parco dall’incuria dei decenni passati  e di restituire a Genova un patrimonio inestimabile che, nel 2017, è stato insignito del meritatissimo titolo di “Giardino più bello di Italia”.

Scommettiamo che questo non lo sapevate! E invece è proprio così; un’altra gemma rarissima incastonata in quel preziosissimo mosaico che è la nostra Zena di cui ora vi faremo vedere qualche scorcio attraverso le bellissime foto di Ilaria.

Il percorso

Si parte dal caos: la sala verde adibita in origine a sala da pranzo, ricca di specchi in cui tutto sembra girare, muoversi, si ha l’impressione di essere in un luogo bellissimo ma instabile come lo è il caos primigenio da cui tutti arriviamo.

Usciti si può percorrere il meraviglioso terrazzo monumentale che collega il palazzo alla collina retrostante dove si può ammirare il mondo conosciuto, il mare, Genova, tutto ciò che si lascerà alle spalle per iniziare il percorso.

Passato un tratto di vegetazione molto ricco, si attraversano archi elegantissimi in stile classico di ispirazione francese e una piccola fontana che zampilla in modo estremamente ordinato.

Chiusa questa parentesi classica, si entra in un ambiente completamente diverso dal precedente per elementi architettonici e flora; ci si sente a tutti gli effetti come in un bosco di montagna. Ciò non stupisce se si pensa alla passione per la natura e per le piante presente ancora prima che nel marchese Pallavicini in sua zia Clelia Durazzo, scienziata naturalista e botanica di inizio Ottocento.

A questo punto dell'”opera teatrale”, la trama si arricchisce con fiori e piante straordinari; tra tutti spiccano i meravigliosi colori del camelieto storico, il più antico e il più vasto d’Italia che, proprio in questo periodo dell’anno, regala ai visitatori lo spettacolo unico della fioritura.

Si continua a salire e ad incontrare elementi estremamente particolari e affascinanti come capanne, ponti di legno, corsi d’acqua e piante rare.

Camminando ancora un po’ si arriva al punto più alto del nostro percorso, situato a 134 metri dal livello del mare dove si trova un castello con una piccola torretta con vetrate mozzafiato sempre diverse al cambiare della luce nelle diverse ore del giorno.
Avrete sicuramente visto e rivisto le foto di questa parte della Villa su Instagram, ma vi assicuriamo che dal vivo lo spettacolo è ancora meglio; un caleidoscopio di colori!

Ma cosa c’è al di là della collina? Un paesaggio del tutto inaspettato e una strada tutta in discesa!

Così in discesa che si arriva ad una vera e propria grotta fatta di stalattiti e stalagmiti naturali posizionati ad hoc con rigore scientifico; uno spettacolo del tutto inatteso che non avremmo mai pensato di trovare nel parco di una villa.

Attraversata la grotta si esce a riveder la luce, l’acqua sulla quale si specchia il tempio di Diana, dea della natura. Su un’altra parte della riva si incontrano l’Estate, la Primavera e Flora e Zefiro che ci invitano alla vita, a continuare il nostro viaggio, immersi in questo luogo geometricamente perfetto che rappresenta il paradiso terrestre. Il pezzo forte, per così dire! Uno spettacolo all’aria aperta, e il momento che, con ogni probabilità, attendevamo di più.

Il percorso si conclude con l’ultima scena di questa storia rappresentata dal monumento dedicato al poeta ligure del Seicento Gabriele Chiabrera, alla meraviglia dei suoi versi. Oltre quest’ultima scena denominata la Rimembranza, si snoda il percorso dei giochi d’acqua, generalmente attivati tra luglio e agosto e che speriamo di poter vedere anche quest’anno.

Per capire meglio

Torniamo da dove siamo partiti, all’ingresso, e troviamo tra i libri proposti “Il parco nascosto, Villa Pallavicini a Pegli” di Silvana Ghigino edito da Sagep, assolutamente consigliato per capire appieno questo percorso spirituale e allo stesso tempo realissimo.

Non difficilmente attraversando il parco potranno venire alla mente passi di Goethe, Dante, motivi musicali wagneriani, e prodotti artistici di altri illustri pensatori, ma anche senza scomodare i grandi, il percorso è adatto a chiunque voglia immergersi nella natura e vivere un’esperienza profonda o semplicemente godere dell’unicità di ciò che troverà attorno a sé, di un posto idilliaco dove approfittare di una piacevole giornata di sole.

Finita la visita e tornati al punto di partenza basta girare a destra, prendere il primo regionale verso Levante per essere in pochi minuti a Genova città, usciti da un sogno a portata di treno.


All images © 2021 Ilaria Murtas