Ogni volta che tento di trattenermi un minimo sul cibo parte il complotto.
Carola in questi mesi ha ormai imparato a conoscermi e sa dove colpire per farmi salire una curiosità immensa; basta una frase “è buonissimo ed è in stile LeStrade”.
Questa volta ha avuto anche un complice: mio marito che zitto zitto si è fatto la pausa pranzo con i colleghi da Quelli dell’Acciughetta prima di me. Per cattiveria, o per tornarci subito, ha iniziato a descrivermi con entusiasmo i piatti nei minimi particolari.
Quelli dell’Acciughetta
Corso Podestà 51r | Genova
010 236 3323
Sito | Facebook | Instagram
Ma – Do | 12 – 14.15 / 19.30 – 22
Lu |chiuso
Prezzo | Antipasti 12€ , Primi 12-14€, Secondi 18-20€ / Cena 45€

Una volta iniziato a fantasticare su una bella seratina a lume di candela gustando ottimi piatti ho dovuto prenotare il primo tavolo disponibile.
Ieri, oggi e domani
Partiamo da lontano e facciamo lo zoom.
Sentendo la parola Acciughetta associate in automatico l’ormai famosissima Trattoria in Piazza Sant’Elena che dal 2015 fa battere i nostri cuori?
Ci siete andati vicini!
Oggi parliamo del nuovo ristorante in Carignano, un progetto satellite nato da una vera e propria esigenza espressiva.
La Trattoria è un locale eccezionale, giovane, dinamico e molto raccolto.
Ma guai smettere di sognare, mai frenare il proprio istinto e la propria fantasia, vietato mettere sotto chiave la propria passione. Nasce così Quelli dell’Acciughetta, un locale che attraverso colori e gusti rispetta i principi della tradizione ma si spinge oltre, creando qualcosa che, anche a livello di atmosfera, prima a Genova non c’era.

Piccolo inciso per i “foresti”.
Il quartiere di Carignano è un mix figo di bei palazzi e viali alberati. Lo sguardo si poggia naturalmente sui tetti delle costruzioni più serie e dignitose del centro per scoprire allegri terrazzi verdi di piante e facciate in stile Haussman. A completare il quadro fa capolino anche qualche raro e solitario grattacielo, laggiù.
La semplicità è la vera eleganza
In questo quartiere, che sovrasta la città con discrezione, si inseriscono perfettamente Quelli dell’Acciughetta.
Giorgia Losi e il suo Staff (con la S maiuscola) hanno deciso di illuminare Corso Podestà con il loro locale vetrina. Il contrasto tra le luci calde e morbide della sala e le luci blu della sera è già di per se qualcosa di poetico.
Per (brutta) abitudine di catalogazione definisco Quelli dell’Acciughetta un ristorante elegante “senz’ansia”.
Dovete sapere che ogni volta che varco la soglia di un ristorante più chic, da timidona patologica, inizio ad irrigidirmi e a pensare: “non stare gobba! avrò il rossetto messo male? e i capelli?”
Sarà la professionalità dei ragazzi in sala, la mise en place essenziale ma curatissima, i particolari personalizzati che hanno esaltato la mia anima di designer ma mi sono sentita subito, perfettamente a mio agio.
Come direbbe Coco Chanel “la semplicità è la vera eleganza” quindi ecco che lo stile nordico e i colori tenui si fondono con l’atmosfera di un bistrot moderno.

I tavolini di legno, senza tovaglie ma con bellissimi tovaglioli in stoffa dalle fantasie delicate (ognuno diverso dall’altro, ADORO), sono disposti intorno ad un bellissimo tavolo centrale illuminato da grandi candelabri. Oggetti antichi si fondono, equilibrati, con elementi più moderni e contemporanei; tutto al proprio – delicatissimo – posto.
Potrei andare avanti ore sull’argomento arredo e ecosostenibilità di questo locale ma… passiamo al cibo!


“Acciughetta on my mind”
OOOOOH!!
L’avranno urlato a bordo delle Caravelle di Colombo alla vista dell’America, lo scrivo io scoprendo nel mio piatto la Genova che vorrei sempre!
La scelta è davvero difficile perché le proposte, sia di carne che di pesce, sono veramente tutte super invitanti. L’antipasto, però, è stato amore a prima vista!
Ho scelto il carpaccio di manzo con cipolla caramellata al mosto di fichi, caprino all’acciuga e cialda di pane. GODURIOSO! Tutti i sapori, pur rimanendo perfettamente riconoscibili si combinano perfettamente. Dolcezza, sapidità, croccantezza, freschezza… wow!!
Come secondo, lo so non si dovrebbe, sono passata al pesce. Al polpo alla brace, per la precisione, accompagnato da cime di rapa all’anduja, stracciatella e marmellata di fichi.
Chiaramente ho rubato al marito anche la millefoglie di panissa con brandacujun di baccalà, patè di olive taggiasche e pesto.
Mai sazia di assaggi ho finito anche l’ombrina fritta con maionese al limone in cui avrei fatto anche il bagno! Ho mangiato parecchio, si!

Nelle foto di Carola potete ammirare anche i piatti provati da lei.
Vi dico solo che mi ha menzionato almeno 3 volte, con tanto di smile che sbavucchia, i bucatini verdi, burro, crostacei, bottarga di muggine e polvere di capperi. A proposito di dolci invece… Simone Vesuviano e Matteo Rebora, gli chef delle Acciughette, sono veramente insuperabili! Hanno anche vinto il contest #pestoaparte indetto dal MOG con il piatto Basilico on my mind, meglio di così!
Concludiamo con un bel caffè, rigorosamente Acciughetta Style!
In questo mio articolo vi ho raccontato di tutto e di più. Per togliervi ogni altra curiosità e per scoprire i menù, che cambia di frequente in base alla stagionalità e alla fantasia dei cuochi e la curatissima carta dei vini curata da Clarissa Masala, non vi resta che provare!
All images © 2020 Carola Pisano