Il gelato d’autore firmato Gelateria D’Antan

Ludovica Conte Pubblicato il 8 Settembre 2024

Per scoprire Gelateria D’Antan occorre allontanarsi un po’ dal centro, e spostarsi dove la vita mondana dei locali e insegne notturne lascia pian piano spazio a quella più lenta delle zone residenziali, fatta di lunghe passeggiate tra i banchi del mercato e caffè presi ai bar di quartiere. Proprio qui, in una delle traverse di Corso Lecce, Nicolò Arietti con i suoi gelati porta dal 2008 una dolcezza e una creatività autentiche e genuine, ma soprattutto riconoscibili fin dal primo assaggio!

D’Antan: il gelato come una volta

Così come la cucina, anche il mondo dei gelati è un panorama in continua evoluzione. Qui le idee non cessano mai di esistere e l’innovazione dev’essere sempre un punto fermo da cui partire. Ed è proprio il punto da cui è partito Nicolò, ancora prima di aprire il suo punto vendita. La sua passione per la gelateria ha infatti radici molto lontane, e si può dire che faccia un po’ parte del suo DNA, in quanto figlio di ristoratori. Prendendo spunto dal settore dolciario ma volendo creare qualcosa di tutto suo, Nicolò decide dunque di dedicarsi completamente all’arte gelatiera. Ne nasce così un gelato artigianale, prodotto senza l’uso di basi pronte o altri coadiuvanti chimici. Una piccola opera d’arte a 18°C sotto zero il cui processo creativo si può ammirare un passo dopo l’altro, semplicemente sporgendosi dall’altra parte della vetrina.

Gli imperdibili di Gelateria D’Antan

Pur seguendo una filosofia stagionale sulla selezione delle materie prime, sono molti i gusti che caratterizzano Gelateria D’Antan, e a cui mai i suoi clienti saprebbero rinunciare. Tra questi c’è sicuramente il gusto al lampone e Malvasia, che ha permesso a Nicolò di vincere numerosi premi, oppure il cannolo scomposto. Ma anche grandi classici e alcune new entry come il mojito sbagliato, ovvero una pura spremuta di lime, salvia fresca e radice di zenzero. L’ideale per gli ultimi caldi della stagione!

food designer

Tutte le immagini sono di © Mirko Mina 2024

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