L’Arabesque, cult store nel cuore pulsante di Milano, è uno spazio che cattura il concetto di estetica attraverso un raffinato intreccio di elementi di rara bellezza, proponendo un mix di ispirazioni Fifties, Sixties e orientali. Boutique, cafè, ristorante, libreria, concept store e recentemente anche palestra, L’Arabesque ricorda un po’ le scatole cinesi, racchiuse una dentro l’altra. Questo scrigno raffinato, nato dall’estro creativo di Chichi Meroni, è oggi un’immancabile punto di riferimento per appassionati di moda, food, arte e design.
L’Arabesque
Largo Augusto, 10 | Milano
Lu – Do | 07 – 22
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“La bellezza salverà il mondo?” si chiedeva L’Idiota di Dostoevskij. Guardandoci intorno all’interno de L’Arabesque ci viene da rispondere di si. Cult store situato appena dietro il caos di Piazza San Babila, questo spazio è la testimonianza che la bellezza, intesa come cura, come attenzione, come garbo, fa davvero bene all’anima.
L’Arabesque nasce nel 2010 dall’estro di Chichi Meroni, eclettica e caleidoscopica proprietaria dello spazio. Deus ex machina incontrastata, c’è lei dietro la scelta degli arredi e dei libri, dietro il disegno e la selezione degli abiti e perfino dietro la selezione musicale degli spazi. L’idea è stata quella di creare un contenitore in cui potessero prendere vita tutte le sue passioni: il design, la moda, i libri, i profumi e food. Nato inizialmente come boutique, lo spazio si è trasformato in una vera e propria Wunderkammer, caratterizzata da un gusto anni ’50 e ’60 e un tocco di Oriente in una cornice da salotto milanese.
Un po’ Brigitte Bardot, un po’ Cary Grant
Nella scelta degli abiti e degli accessori dell’atelier, la ricerca estetica della proprietaria ha dato vita ad una selezione fatta di linee stilistiche molto particolari ma, al tempo stesso, estremamente coerenti tra loro.
Abiti sartoriali dalla linea retrò, borse e bijouterie d’epoca, fragranze haute parfumerie, kimoni giapponesi uniti a collezioni contemporanee di abbigliamento dall’eleganza bon ton, informale e senza tempo, sia per donna che per uomo. Un po’ Memorie di una geisha, un po’ Brigitte Bardot, un po’ Cary Grant, ma anche un po’ Mad Man, per dare l’idea.
Lo spazio dedicato agli abiti, ai profumi e agli accessori si lega senza soluzione di continuità con le scelte stilistiche dell’arredamento. Pavimenti realizzati su disegno originale di Giò Ponti, mobili di Paolo Buffa, insieme ad altri oggetti di modernariato della metà del secolo scorso, sono stati scelti con gusto ed accostati a cabinet cinesi in gomma lacca, lampade di carta di riso e chandelier.
Nel 2017, L’Arabesque ha inaugurato un secondo piccolo atelier anche in Brera (Largo Treves 1), dove potete avere un assaggio dell’allure e dell’atmosfera che si respira nel cult store. Inoltre, recentemente, lo spazio in Largo Augusto è stato ampliato con un’area fitness: dimenticate pesi, bilancieri ed energumeni in canottiera, anche qui l’estetica la fa da padrone.
Non solo moda
Uno spazio a parte è dedicato al ristorante, al café, e al piccolo salottino letterario, dove è possibile leggere o acquistare i libri esposti. I piatti del menù si rifanno ai gusti della tradizione, con verdure fresche di stagione, ma rivisitati con un gusto da gourmet contemporaneo. Un consiglio? Tenersi lo spazio per un dessert.
Le luci soffuse contribuiscono a rendere l’atmosfera accogliente, raccolta, intima come uno spazio in cui sentirsi a casa, ma in un salotto dipinto da Wes Anderson.
All images © 2018 Cora Manzi