Questo è il (foto)racconto di una prima volta: il debutto delle neve sul nostro blog, in un luogo dove non ero mai stata. Campaegli mi ha colto di sorpresa… e accolto con un bianco abbagliante. E per chi ama i giochi di parole e di luce, è un bellissimo regalo.
Un regalo che voglio condividere con voi, per farvi scoprire una perla laziale ancora poco conosciuta, una montagna “di nicchia” che non gode della popolarità di vette alte come il Terminillo ma offre dolci curve in cui camminare, affondando piedi e ciaspole nel morbido.
E anche se la colonnina del termometro si diverte a passare da 0 gradi a 20 a distanza di appena una settimana, montiamo comunque in auto – o su uno slittino – e facciamo con piacere una gita qui, sul confine tra inverno e primavera.
Perchè la neve si può sciogliere, ma l’incanto no.
Campaegli | frazione di Cervara di Roma (RM)
Distanza da Roma: 1 h 15 m
Campaegli, un piccolo paradiso vicino Roma
Nel percorrere queste strade della neve, iniziamo proprio dai primi passi: superata Cervara di Roma, il paesaggio cambia forma metro dopo metro e la neve fa capolino sempre un po’ di più. È un avvicinarsi graduale, in crescendo. Anche senza precise indicazioni, si segue la via e ci si addentra: c’è da fidarsi, dell’istinto e della poesia. Fin quando gli alberi intrecciano una cornice sopra la testa, che simbolicamente rappresenta una porta ricamata: da quel momento, si ha la netta percezione di entrare in un altro mondo. Puro, ovattato, fiabesco.
I rami non mentono, come gli occhi: la neve disegna cristalli di ghiaccio che sembrano petali, mentre l’azzurro intenso del cielo crea un contrasto cromatico perfetto. Siamo in un quadro? Siamo in un sogno? No, siamo a Campaegli. A solo poco più di 1 ora da Roma. I piccoli paradisi, a volte, sono molto più vicini di quanto pensiamo.
Procedendo, appaiono delle case che ricordano baite (e chissà se sono di marzapane!) e c’è solo una cosa da fare: fermarsi e ammirare. E fantasticare. Su chi ci abita o se fossimo noi, ad abitarci. Svegliandosi la mattina nell’assoluto silenzio, dimenticandoci completamente della vita frenetica da città. Dal passeggiare da Via del Corso a Via delle marmotte il salto è breve!
Bianco puro, freddo ma caldo
Adesso un po’ di geografia: Campaegli fa parte del Comune di Cervara di Roma e contribuisce ad arricchire il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, grande 30.000 ettari, tra Lazio e Abruzzo, in mezzo a valli, fiumi e borghi. La zona è meno battuta rispetto ad altre forse perchè meno nota e questo fa sì che si possa raggiungere una quiete quanto mai preziosa, specialmente di questi tempi. Anche nel weekend.
Che la natura sia protagonista, è chiaro fin da subito. E lo diventa ancor di più quando si parcheggia e vari sentieri partono tutt’intorno. Nel primo tratto, intonati al contesto montano, ci sono alcuni residence – uno in particolare, se lo vedesse Wes Anderson, lo sceglierebbe come set per un suo film! – e un ristorante; nel secondo tratto, sempre meno cemento e spazi aperti. Più si va avanti, più il bianco si espande. Si può vedere, respirare e toccare. E scalare. È immacolato, rassicurante, avvolgente. Freddo ma caldo.
Una volta immersi in questo scenario, potete decidere se fare una passeggiata nella direzione che preferite, indicata dai cartelli o “a sentimento”, armarvi di ciaspole o di sci di fondo, tirarvi palle come se piovesse, andare a salutare i cavalli del maneggio, fare foto a ogni barbaglio-bagliore-sagoma di persona in controluce, abbronzarvi al sole e lanciare il cellulare nel bosco, per sparire da tutto e tutti per qualche ora. Qualsiasi cosa sceglierete, lascerà un’orma sulla neve. E tra i ricordi luminosi di una scampagnata diversa dal solito.
E dato che la domanda “dove si mangia?” non può mancare, vi informo che esiste solo un ristorante, “Il tartufo”, in quell’area. O lui, o un poetico pic nic tra i ghiacchi. I panini potete portarli da casa, ma può capitare di trovare un banchetto davanti alla struttura “Le rocce”, che li prepara espressi con salumi e formaggi locali.
Cosa vedere nei dintorni di Campaegli
Cervara è una chicca: sapevate che è il borgo più alto della provincia di Roma e il secondo della Regione? Vale la pena arrampicarsi, come un gatto, per dominare il panorama e fare un giro tra le viuzze, i tetti e i disegni sui muri, fatti dalla mano di artisti, anche internazionali, che hanno colorato case e scorci. Prendete fiato, fate la scalinata, arrivate in piazza Umberto I… e buona esplorazione!
In agenda, va messa assolutamente anche una visita a Subiaco. Con doppia sosta: prima in paese, per visitare il centro storico e salire verso la Rocca attraverso una suggestiva passeggiata, poi al Monastero di San Benedetto (o Sacro Speco), “abbracciato” al Monte Taleo, pieno di fascino e atmosfera. Non andateci solo per postare foto su Instagram, perchè è – e dona – molto di più, se sentito e non solo osservato. Per ogni info, anche sulle visite, cliccate sul sito ufficiale.
E se siete del partito “non mi basta mai”, vi aggiungo altre mete limitrofe per Maps: il Monte Livata, la Valle dell’Aniene e il Lago di San Benedetto. Il proposito – e la speranza – è di accompagnarvi, in articoli futuri!
*Non dimenticate la nostra guida sul Lazio a questo link!
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