Pinacoteca Agnelli | Il museo futurista di Torino Lingotto

Ludovica Conte Pubblicato il 2 Novembre 2022

Un legame indissolubile, un sogno fatto da ragazzo e un progetto durato una vita. Pinacoteca Agnelli è l’insieme di tutto questo, in pieno stile futurista. È la passione (fortissima) che ha portato Giovanni e Marella Agnelli a collezionare opere importanti nel corso degli anni con il solo desiderio di esporle un giorno, e di metterle a disposizione di tutti attraverso una Fondazione che ha come scopo quello di diffondere la conoscenza e l’amore per l’arte.

Pinacoteca Agnelli
Via Nizza, 230/103 | Torino
Ma – Do | 11 – 20 | Ultimo ingresso alle 19.30
Lunedì chiuso
Pinacoteca Agnelli + Pista500 | Intero: 12€
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Pinacoteca Agnelli: dalle auto alle opere d’arte

Era il 1916 quando a Lingotto – la zona sud della città – la FIAT costruisce il suo nuovo stabilimento “americano”, contribuendo a trasformare quest’area non solo in un luogo di lavoro, ma anche nel simbolo di un’Italia industriale in perenne fase di decollo. Poi la crisi, e l’apertura di una nuova epoca sociale e urbanistica per la città. Alla dismissione delle aree industriali si contrappone una stagione culturale in pieno fermento, e l’area di Lingotto apre i suoi spazi a mostre ed eventi artistici di grande spessore. Quello che è successo dal 1991 in avanti invece (anno in cui ha ufficialmente inizio il progetto architettonico di Renzo Piano), a mio avviso dovrebbe essere messo sui libri di scuola. Perché evolversi senza snaturarsi è un atto di ribellione che tutti dovremmo conoscere, ma che nessuno ci insegna tra i banchi di scuola. Ed è così che da un atto di ribellione è nato uno spazio. Il Lingotto come lo conosciamo ora, che coinvolge cultura, accoglienza, servizi e svago dove uomini e funzioni si uniscono, ben lontano dai modelli degli shopping center americani.

Una rivoluzione tutta al femminile

Che poi, l’immaginario del mondo dell’automobile e dell’arte è davvero maschile?
Me lo sono chiesta sulla strada in direzione Lingotto, mi sono risposta una volta entrata in Pinacoteca.
No, non lo è.
La verità è che, così come il futurismo di cui questo progetto è un po’ figlio, questo mondo è anche (e soprattutto, oserei dire) donna. Non c’è da stupirsi infatti se la ventata di avanguardismo e rivoluzione che ha visto quest’area andare incontro a tantissime trasformazioni negli ultimi decenni ha raggiunto il suo climax quest’anno, con la nuova direzione guidata da Sarah Cosulich. Una personalità di spicco, una forte propensione alla ricerca e alla contemporaneità. Questo è ciò che ha reso la Pinacoteca un centro dinamico, sempre aperto all’inclusione e alla molteplicità e dove mostre inedite e progetti site-specific mettono in gioco una narrazione totalmente nuova dell’eredità industriale del Lingotto, e museale della collezione permanente.

Reuse, Reduce, Recycle: siamo a Casa500

Chi l’avrebbe mai detto che il claim di un Museo dell’Automobile fosse proprio un inno alla sostenibilità?
Eppure – a pensarci – è proprio quello che è accaduto da Casa500, spazio espositivo dedicato alla storia della FIAT e della sua evoluzione. Situato al quarto piano della Pinacoteca e direttamente collegato con la Pista500, tutto qui dimostra rispetto e cura per l’ambiente. Dal legno riciclato utilizzato per tavoli, pedane e portali, ai pannelli che assorbono le componenti volatili dell’aria, le vernici eco-friendly e gli arredi prodotti con plastiche recuperate in mare. In questo modo Casa500 ci vuole raccontare sì il passato e le radici dell’automobile – e in particolare della FIAT500 – ma anche e soprattutto il suo futuro, la sua metamorfosi e la sua identità come simbolo di Italianità.

Ma la filosofia di Casa500 prosegue, e si estende anche agli spazi esterni della Pista500 che originariamente veniva usata dalla casa automobilistica per collaudare le auto. Inutile dire che da quassù la vista sia pazzesca e quanto tutto sembri al posto giusto. Da una parte le colline, dall’altra i resti di una città industriale e industrializzata, e la Pista500 a fare da filo conduttore. Adesso che c’è Sara poi, lo spazio museale della Pinacoteca si è voluto estendere anche fuori, rendendo con le nuove installazioni artistiche e ambientali questo spazio prima prettamente maschile, ancora una volta, molto più donna.

La dolce vita torinese al Fiat Cafè 500

Poi succede che finisci la tua visita in Pinacoteca, immerso tra le opere classiche e quelle contemporanee, tra una macchina Olivetti e la scocca di una FIAT storica. Ma di quella vista non ne hai ancora abbastanza. E allora ti avvicini al bancone del bar, ti fai attirare dalla pasticceria fresca dall’altra parte della vetrinetta, ordini un caffè e vai ad accomodarti a uno dei tavolini subito affacciati sulla Pista. Questo è ciò che succede al Lingotto da quando ha aperto il bar FIATCafè500, uno spazio realizzato dallo Studio Lamatilde ispirato e dedicato all’iconica FIAT 500 e pensato per far vivere e rivivere i visitatori una storia che dura da quasi settant’anni.

Una scocca metallica che diventa “abitacolo” che custodisce e protegge una tradizione industriale, ma allo stesso tempo anche la dolce vita dei caffè torinesi. Qui non solo infatti si può godere di una vista a dir poco suggestiva, ma ci si sentirà anche parte di una storia. Quella museale, e più in grande, quella urbana. Il Cafè segue gli stessi orari della Pinacoteca, rendendolo così tappa obbligata prima o dopo la visita di una mostra.

Un posto incredibile e imperdibile in quel di Torino. E per gli amanti dell’arte contemporanea e un po’ cervellotica, adesso è in corso una mostra che non posso non consigliarvi: Sylvie Fleury. Turn Me On. Un viaggio introspettivo che indaga i paradigmi dell’arte occidentale e l’idealizzazione della figura maschile dell’artista. Il tutto declinato tra installazioni video, audio, scultura, neon, pittura e performance.