Porta Romana | Tra innovatori e aficionados della vecchia Milano

Alice Silvestri Pubblicato il 26 Settembre 2019

La prima cosa che mi viene in mente se penso a Porta Romana?

I locali che hanno scritto la storia di questo quartiere. Primo fra tutti il Pogue Mahone’s. È il ’94 quando Emilio, il proprietario, dopo anni di Linea Blu San Donato – Porta Romana con fermata proprio in corso Lodi, nota uno spazio vacante. “Era semplicemente perfetto” mi racconta. Quello stesso anno si realizza il sogno di aprire un vero Irish pub nella sua città. Autentico da 25 anni – ed è per questo che ci piace così tanto – al Pogue Mahone’s ci vai per una Guinness come si deve, per respirare quella atmosfera irlandese vera, per i nuggets e le alette di pollo, per fare nuove amicizie al bancone, per le partite della Six Nations di Rugby, e ovviamente, per San Patrizio; come non unirsi a migliaia di persone che ogni anno, birra alla mano, bloccano l’intera via Salmini?

Pochi anni dopo arriva il MOM, fondato da Andrea, Marcello e Riccardo nel ’98, oggi icona, ritrovo, casa per i tanti, tantissimi, che ogni sera si fermano per “la solita”. Un’istituzione sopravvissuta alle insistenti lamentele dei condomini, agli agenti anti sommosse chiamati nei mercoledì sera di birra a 5mila lire e ai venditori ambulanti di alcolici sull’altro lato della strada. “Ad avere la meglio fu la clientela fedele, che ci ha regalato un grande successo che dura oramai da 20 anni” mi racconta Andrea durante il nostro incontro.

E poi… poi c’è il chiosco più famoso della città. L’inquilino di Piazza Bruno Buozzi, Giannasi, per tutti i milanesi il Gianna. Il suo è il pollo più buono di tutta Milano – quello che riempie le tavole dell’ultimo minuto, quello che non ha bisogno di presentazioni, quello che “è la perfetta schiscia della pausa pranzo”.

Ai proprietari di queste tre istituzioni – Grazie! – per aver creato abitudini che durano nel tempo, dal sapore di una Milano che rimane fedele a se stessa.

Ma a Porta Romana anche l’innovazione viene accolta a braccia aperte. Stiamo parlando del quartiere che nel 2026 potrebbe ospitare – nell’ex Scalo Ferroviario – il modernissimo villaggio olimpico per atleti provenienti da tutto il mondo, e che sta vedendo cambiare il volto di ex fabbriche e stabili industriali, oggi sede di mercati agricoli, hotel rinomati e gallerie di arte contemporanea.

Qui, passato, presente e futuro convivono in perfetta armonia, un po’ come la sua gente composta da studenti universitari per lo più bocconiani, famiglie e giovani lavoratori.

Una comunità che crede fortemente nel valore dell’aggregazione sociale, come lo dimostrano i tanti eventi culturali, gastronomici e musicali che ogni giorno riempiono le più belle location di Porta Romana, dalla Cascina Cuccagna ai Bagni Misteriosi, dall’Open al Social Music City.

Porta Romana è un quartiere vivo, aperto e inclusivo, che oggi sono orgogliosa di chiamare ‘casa’.


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