Ogni quartiere è unico nel suo genere e contribuisce a fare di Milano una città cosmopolita.
Cosa li contraddistingue? L’architettura, la storia che li ha cambiati, così come le leggende metropolitane, gli stili e i locali. Ripensandoci bene, ciò che veramente li differenzia sono le persone che li frequentano ogni giorno. Sì, loro hanno il potere di rendere un posto quello che è.
Pensate a Londra: Camden, Notting Hill, Shoreditch, la City, solo per citare qualche quartiere. Cosa vi viene in mente? Personalmente: i punk e le loro Dr. Martens, gli hippie, gli hipster sulle bici a scatto fisso, donne e uomini in carriera vestiti di tutto punto.
Paolo Sarpi, luogo di gran lavoratori, non fa eccezione.

Dai cinesi ai milanesi nessuno riesce a resistere al fascino della nostra Chinatown, che sia per il tragitto casa-lavoro o per una tranquilla passeggiata domenicale. Poi c’è chi ci lavora e ci vive.



Ad un certo punto, mentre scattavo, una ragazza quasi inconsapevolmente mi guida all’interno di un luogo sconosciuto. Un posto dove Milano rimane fuori dalla porta, ad aspettare, dove regnano la pace, la creatività e lo spirito collaborativo della comunità. È il Centro Culturale Cinese. Qui tutti sono i benvenuti e le attività certo non mancano: dai corsi di lingua cinese e calligrafia, ai tornei sportivi, dagli spettacoli teatrali, alle conferenze e feste di ogni tipo.


Poi arriva la notte. Lei richiede discrezione e rispetto. Il momento per diventare invisibili e rimanere a guardare.
Così ho fatto.



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