Devo ammettere che non vengo mai a Dergano, un quartiere storico appena fuori il centro di Milano. E’ una zona piena di abitazioni e quindi non ci sono motivi per andarci. Da circa un anno però Dergano è entrata nella mia bucket-list dei luoghi da visitare a Milano. Per vari motivi finora non ero ancora riuscita, ma poco tempo fa, durante la prima domenica calda calda dell’estate 2018, ce l’ho finalmente fatta. E sono sicura che ci tornerò e farò conoscere questa zona di Milano a molto più persone. E per tornare da Rob de Matt a Milano.
Rob de Matt
Via Enrico Annibale Butti, 18 | Milano
Per prenotare: 388.44.61.762
info@robdematt.org
Sito |Facebook | Instagram
Prezzo | Caffè e acqua 1€ / Birra media da 4,50€ / Cocktail da €6 / Piatti carne 15€, vegetariano 12€

Storicamente Milano è una città industriale. Fino alla metà del secolo scorso, tanti quartieri fuori delle mure spagnole (anche conosciuta come ‘la circonvallazione interna’) erano dedicati all’industria, quindi pieni di fabbriche con solo alcune case, proprio per ospitare gli operai. Quando l’economia si è trasformata e le conseguenze dell’inquinamento delle fabbriche sono emersi, questi quartieri si sono svuotati e poi trasformati in quartieri ‘dormitorio’, ossia con solo abitazioni e pochi servizi. Durante la fase di trasformazione solo qualche piccola struttura è rimasta, per il resto è difficile riconoscere il passato dell’area.


Anche Dergano era un quartiere industriale dove si trovava (e si trova ancora) tra l’altro l’azienda Mapei, dove producono adesivi e prodotti chimici per l’edilizia, ma anche la fabbrica di Luigi Zaini SpA, dove producono ancora oggi cioccolatini e caramelle buonissimi.
Tra le case costruite dopo la demolizione delle strutture industriali, si trova ancora qualche fabbrica. Alcune di queste funzionano come era stato immaginato durante la loro costruzione, altre sono trasformate ed aperte al pubblico. Tra queste anche l’edificio che ospita L’amico Charly onlus e Rob de Matt.


Rob de Matt in dialetto milanese vuol dire ‘robe da matti’. Si può declinare come si vuole (io non ho trovato da nessuna parte una spiegazione per la scelta di questo nome) ma mi posso immaginare che abbia a che fare con lo scopo del progetto. Nel ristorante lavorano ‘persone con disagio psichico o sociale che hanno dimostrato interesse e abilità e che attraverso corsi di formazione professionale verranno inseriti nell’organico del ristorante.’ Quando ci sono stata io, non lo ho percepito per niente, che vuol dire che sono riusciti a portare questi ragazzi ad un livello professionale che spesso non si trova neanche in un ristorante ‘normale’.


In realtà ho trovato solo cose belle da Rob de Matt a Milano. Si mangia all’aperto, sotto l’ombra di una tenda, o all’interno, in uno spazio luminoso dove anche nei giorni caldi caldi si sta bene. Hanno un orto (purtroppo non accessibile) dove coltivano alcuni dei prodotti usati nella cucina, si mangia benissimo a prezzi onesti (nel mio caso carne e verdure grigliate) e molto spesso organizzano piccoli eventi o ospitano iniziative carine come Bella Dentro, un’Ape che vende frutta e verdura per combattere gli sprechi ortofrutticoli, perché i prodotti che non rispondono agli ‘standard’ ad oggi vengono scartati.
Di matti non ne ho visti. L’unica cosa per la quale andare matti è il posto!
Ringrazio Simone per avermi spiegato il significato di Rob de Matt
All images © 2018 Inge de Boer