Bajaj: l’azienda giovane che fa vino naturale nel cuore del Roero

Denise Di Santo Pubblicato il 30 Marzo 2022

Uscita a spada tratta dal letargo delle visite in cantina, sono andata col mio fedele amico di alcolici Nader, a scoprire i nostri angoli preferiti del Roero. Quando io e Nad ci incontriamo abbiamo il desiderio di poter conoscere più a fondo questo territorio così affascinante e ancora troppo incompreso. Così, bazzicando su Instagram ho scoperto Bajaj, l’azienda agricola di Adriano, che mi ha attratto per la sua semplicità e trasparenza nel raccontare il Roero e i suoi vini…

Bajaj
Via del Forno 4 | Monteu Roero (CN)

Visite su prenotazione ore 10 o 15
Prezzo | a partire da 15€

Sito | Instagram | Facebook

Le ragioni per andare da Bajaj:

  1. Adriano: la sua spigliatezza ed energia vi terranno con occhi e orecchie ben aperti.
  2. Mamma Mirella: dico solo acciughe. No spoiler!
  3. In realtà non serve nessun motivo per venire nel Roero, si viene qui perché è meraviglioso e autentico. 

Bajaj: una famiglia che nasce dalla terra

Non so perché ma trovo l’atmosfera del Roero diversa dalle altre, e questo mi porta a voler scovare e scoprire questo territorio sempre di più. Fin dall’arrivo in azienda si sente subito aria di campagna, di famiglia! Ci accoglie Adriano Moretti e da subito iniziamo una fittissima chiacchierata su questi territori e sulla gente che li compone.

Dall’alto della collinetta, sulla terrazza verde di Bajaj, si ha una vista privilegiata delle rocche di Monteu Roero che costituiscono l’elemento tipico del panorama selvaggio e originale di questo versante del Tanaro. La famiglia Moretti, a partire da papà Giovanni e dalle generazioni precedenti della famiglia, sono sempre stati agricoltori. Essere agricoltori ti porta a toccare con mano ogni singolo giorno, la grandezza e la bellezza della terra. Quella terra che ha bisogno di costante e giornaliera cura, che va seguita per stare al passo con la stagionalità, dietro alle sue difficoltà e infine per poterne apprezzare ogni suo frutto. Essere un’azienda agricola che gestisce la coltura di diversi prodotti per me dà davvero un plus a quello che poi diventa il mio campo d’azione: la viticoltura. Da Bajaj, seguendo l’andamento della natura, potete trovare i prodotti dell’orto come diversi tipi di frutta e verdura, le nocciole piemontesi e le famosissime fragole del Roero. Quando ci si sporca le mani e si crea un legame con la terra in modo genuino e autentico, ponendo grande attenzione alla biodiversità e alla natura, si viene poi ripagati con grande qualità del prodotto finale. E per questo particolare prodotto, il vino, sono venuta fin qui ad apprezzare ogni sorso. 

Adriano e la sua filosofia “sottrattiva”

Nelle nostre orette di visita a questa bellissima azienda agricola ho avuto modo di ammirare la dedizione di Adriano nel raccontarci il lavoro che sta dietro a quelle bottiglie di vino che avremmo poi degustato. Dal 2014 ha preso in mano l’azienda e, pur mantenendo l’agricoltura biodinamica (ma non troppo), ha apportato sostanziali innovamenti alla cantina. Nel farlo ci ha espresso con grandissima passione il suo desiderio di produrre dei vini il più naturale possibile. Possiamo definirli naturali? Si. Ma lo possiamo fare proprio per la loro politica di “sottrazione” delle sostanze non necessarie ai vini. Tutto questo è possibile grazie alle fermentazioni spontanee, all’assenza di filtrazione, alla chiarifica solo di origine naturale e dell’utilizzo di prodotti naturali o solo gli stretti indispensabili anche in vigna. È piccola, ma ben strutturata la cantina di Bajaj, dove sbucano anche delle anfore di terracotta. Del vino in anfora vi ho già parlato altre volte, non essendo la prima cantina che visito che le utilizza. Ma con Adriano è stato bello poter fare domande schiette e ricevere risposte professionali, ma oneste e, se mi permettete, anche alla mano. Concluso il giro di perlustrazione (si fa per dire eh), ci siamo spostati all’interno di una parte dell’azienda che è stata destinata all’agriturismo per degustare i vini.

bajaj vino naturale roero

La degustazione…

Un tavolino tutto per noi, la mappa del Roero, piattini e posate e si parte! Eravamo a pranzo? Credevamo di no ed invece.. Abbiamo iniziato con la degustazione del Langhe Favorita DOC 2020. Dal colore paglierino quasi trasparente è intenso al naso con note incredibilmente agrumate e vegetali. Sapete perché questa bacca bianca del Roero porta questo nome? Pare fosse il vino favorito della Bela Rosin, l’amante del Re Vittorio Emanuele II di Savoia. Parentesi storica a parte abbiamo proseguito con il vino bianco più famoso del Roero: Arneis DOCG 2020. Un giallo paglierino più acceso, con note fragranti di erbe aromatiche, di salvia e pesca gialla, ha catturato la nostra attenzione grazie alla sua spiccata sapidità e mineralità dovute al suolo. Ad accompagnare questi vini ci hanno pensato salumi, formaggi e composte della zona (queste prodotte anche da loro!). Per continuare in bellezza abbiamo assaggiato una Barbera d’Alba DOC del 2020. Giovanissima e freschissima. Perfettamente equilibrata sia col tannino che con l’acidità, con profumi di frutti rossi delicati. Viene affinata una parte in acciaio e una in barrique esauste, che twist!

…e le leccornie della signora Mirella

Non contenti abbiamo ancora degustato il Langhe Nebbiolo DOC sempre del 2020 che viene affinato in acciaio, per poi finire un po’ tra le barrique usate e l’acciaio. L’insieme crea poi un nebbiolo delicato, ma molto fruttato. Vai nel Roero e un Roero non l’assaggi? No signori, eccoci pronti col Roero DOCG 2018 che fa 8 mesi di affinamento in barrique di rovere francese di 3^ o 4^ passaggio e finisce per altri 12 mesi in bottiglia. Corposo, pieno di sentori di frutta matura e parecchia vaniglia. Complimentiii!

Ma complimenti anche alla mamma Mirella che in tutto ciò ci ha rifornito di quelle famose acciughe di cui vi avevo accennato all’inizio. Provare per credere! Abbiamo terminato con il celebre Prometheus: l’orange wine di famiglia. Il piccolo gioiellino di Adriano è un Arneis macerato giallo dorato/aranciato che ha un leggero tono acidulo ma che si apre su note di miele e frutta candita. L’affinamento? Per questo vi lascio alle parole di Adriano quando andrete a trovarlo a Monteu Roero! Se non vi bastano questa sfilza di vini potete trovare le altre cantine che ho visitato qui

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All images © 2022 Denise Di Santo

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