Con Monica e Daniela Tibaldi ci siamo incontrati per la prima volta tra le signorili sale del Circolo dei Lettori di Torino, durante uno dei tanti eventi vinerecci della scorsa stagione targati Wouse. Sono bastati uno scambio di battute e un paio di sorrisi per sciogliere la tensione dell’evento. In quella fredda e umida sera in cui fuori dalle finestre del Circolo veniva giù uno di quei diluvi monsonici a cui Torino ci ha ormai tristemente abituata, è stato sufficiente qualche sorso dei loro vini per farci sentire il brio del Roero.
Si sa, ogni scusa è buona per tornare in Roero. Così, un paio di mesi dopo l’evento, siamo andati a trovare Monica e Daniela nella loro cantina a Pocapaglia, per ascoltare con più calma la loro storia e assaggiare (con ancora più calma) i loro vini.
Ancora due parole su questo territorio
Il Roero – ormai non è più un segreto – è uno dei territori vitivinicoli (e non solo) che più ci stanno a cuore. Che il Roero sia una figata, infatti, ce l’ha detto per primo – e in tempi ancora non sospetti – il caro Luca Faccenda, di Valfaccenda, in un episodio della prima stagione di Fermento (il nostro podcast enologico, che puoi recuperare qui). Da allora lo abbiamo girato in lungo e in largo e lo abbiamo ascoltato, annusato, studiato e scoperto pian piano. E ovviamente lo abbiamo assaggiato in tantissime etichette diverse (e in uno degli ultimi articoli potete trovare la rassegna delle mie cantine del cuore proprio in Roero).
Anche se di questo territorio straordinario ne abbiamo già parlato parecchio, concedetemi ancora un paio di nozioni.
Ci troviamo alla sinistra orografica del Tanaro. Ovvero, sulla sponda settentrionale del fiume (quella più vicino a Torino per intenderci). Sul lato opposto rispetto alle Langhe. Il territorio del Roero comprende circa una ventina di comuni (19 per l’esattezza), compresi tra Santa Vittoria d’Alba e Pocapaglia a sud e Montà e Canale a nord. Tratto peculiare di questo territorio sono i suoli di tipo marnoso-arenario, con ricchissime concentrazioni di sabbia. Caratteristica che dona ai vini prodotti in questa zona eleganza, freschezza, scatto e bevibilità.
I vitigni per eccellenza del Roero sono soprattutto due: il Nebbiolo e l’Arneis. Entrambi rientrano all’interno della DOCG Roero, che punta a promuovere l’identità di questo territorio attraverso la tipicità dei suoi vini. E ogni cantina interpreta il disciplinare di produzione di questa denominazione attraverso il proprio particolare stile di produzione.
Il Roero di Cantina Tibaldi
La cantina Tibaldi si trova a Pocapaglia, piccolo comune del Roero, tra Bra e Santa Vittoria d’Alba. Qui è possibile ammirare una delle caratteristiche geomorfologiche più interessanti di questo territorio: le famose “rocche del Roero“. Un vero e proprio canyon formatosi dall’antico corso del Tanaro, dove è possibile osservare sia la componente sabbiosa dei suoli di questa zona, sia il carattere selvaggio di questo territorio.
Monica e Daniela sono due sorelle nate e cresciute qui, e che sin da piccole hanno coltivato l’amore per questo territorio e la passione per la viticoltura. Insieme al nonno Tunin e al papà Stefano, hanno cominciato a respirare la vita di campagna, dando una mano in vendemmia, e supportando i primi esperimenti di vinificazione della famiglia. Ma il progetto di realizzare una vera e propria azienda vitivinicola arriva da una loro iniziativa. E così, nel 2014, nasce ufficialmente la cantina Tibaldi.
Le ragazze hanno in mano la totale gestione dell’azienda, dal lavoro in vigna (circa 8 ettari di vigneto siti tra i comuni di Pocapaglia e Santa Vittoria d’Alba), alla cantina, fino alla vendita. Un progetto giovane, fresco e indipendente. Non a caso la cantina Tibaldi fa anche parte del circuito dei Vignaioli Indipendenti FIVI.
Una passeggiata tra i filari di Pocapaglia
Arriviamo in azienda mentre da nord sentiamo in lontananza gli echi di un temporale che si avvicina. Qui ritroviamo Daniela, che ci accoglie e ci indica subito i vigneti che si inerpicano ripidi sopra la cantina. «Andiamo subito in vigna, prima che inizi a piovere!» E così in un attimo siamo in mezzo ai filari.
Camminare tra i vigneti è uno dei momenti che preferisco quando visito una cantina. Un po’ perché mi ricordano la casa dove sono cresciuto e le mie scorribande di bambino, un po’ perché la vigna è uno dei luoghi in cui si capisce di più: dei terroir, dei vignaioli e dei vini stessi. Mentre passeggiamo, Monica ci racconta la nascita della cantina, i timori iniziali e le prime grandi soddisfazioni. Poi ci parla delle ultime annate e delle difficoltà in vigneto: dall’estrema siccità della ’22, alle anomalie della ’23, fino alle piogge eccessive di quest’ultima annata; di cosa vuol dire fare questo mestiere: delle sfide di essere giovani produttrici donne nel mondo del vino, e dei tanti progetti da realizzare.
Giusto il tempo di rientrare in cantina, che il rombo cupo di un ennesimo tuono dà il via allo scrosciare della pioggia. È giunta l’ora di assaggiare qualche vino.
Identità e territorio, i vini Tibaldi
Quelli di Tibaldi sono vini agili e moderni, che non cadono mai nella banalità di quei vini “in sottrazione” che tanto vanno per la maggiore nei wine bar di mezzo mondo. Tutt’altro! Sono vini che riescono a vibrare in freschezza e sapidità, senza rinunciare alla struttura e alla complessità aromatica.
- Ritasté: metodo classico pas dosé 100% arneis, che sosta sei anni sui lieviti prima della sboccatura. Complesso e affascinante, con note di mela golden matura e sbuffi di sale marino.
- Langhe Favorita DOC: storico vitigno autoctono piemontese, imparentato con il Vermentino. Frutto tropicale e una beva dissetante, dal finale morbido e asciutto.
- Roero Arneis DOCG: il vitigno per eccellenza del Roero. Mela verde, pesca tabacchiera ed erba tagliata. Un vino in assolo sulla beva: snello ma travolgente, gastronomico.
- Roero Arneis DOCG Riserva “Bricco delle Passere”: la versione potenziata del precedente, con più polpa e materia in bocca, e un elegante naso di anice stellato e primi accenni minerali di idrocarburo e pietra focaia.
- Barbera d’Alba DOC: sanguigna e irruenta, una Barbera giovane di carattere, acidità e frutti di bosco; didattica.
- Langhe Nebbiolo DOC: un Nebbiolo d’entrata giocato su un sorso dinamico e un naso integro e identitario.
- Roero DOCG “Roccapalea”: apice di questa cavalcata enoica, un vino che mi ha entusiasmato dal primo momento in cui l’ho sentito nel bicchiere. Unico vino della cantina Tibaldi a fare un passaggio in legno (obbligatorio per disciplinare). Di rara eleganza e piacevolezza: con un sottofondo balsamico di rosmarino e altre erbe aromatiche a fare da cornice a un finissimo varietale di viola. Tra le più interessanti espressioni di questo territorio (e non solo) assaggiate ultimamente.
Ma come al solito, questi sono soltanto veloci e sparpagliati appunti di degustazione, il modo migliore per farvi un’idea dei vini di Tibaldi è organizzare una gita nel Roero: Monica e Daniela sapranno accogliervi e farvi respirare al meglio l’essenza di questo incredibile territorio.
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