La guida al quartiere Corvetto & Brenta visto dagli occhi di Carolina

Carolina Isella Pubblicato il 13 Marzo 2022

Questa non è la solita guida di Milano perché è scritta da Stradar* che hanno deciso di tradurre in parole le loro grandi passioni: raccontare storie e consigliare posti. Quello che troverai tra queste pagine è molto di più di una lista di cose da fare nella città della moda e del panettone! Qui troverai i nostri consigli e condivideremo con te i nostri segreti e le nostre scoperte.

Questi sono i quartieri che ti faremo esplorare:
NOLO E TURRO, CORVETTO, SOLARI E TORTONE, PORTA TICINESE E NAVIGLIO

La storia del quartiere Corvetto

Corvetto, il quartiere a sud ovest di Porta Romana, è conosciuto soprattutto per le case popolari. Ma c’è molto di più, dall’Abbazia di Chiaravalle, importantissima per lo sviluppo dell’agricoltura e di conseguenza per l’economia di Milano, alla cartoleria Bonvini, che è un spazio culturale conosciuto anche fuori città.

Si dice che tutte le strade portano a Roma, vero? Beh l’attuale Corso Lodi, un tempo chiamata via “Romeria” proprio per questo motivo, arrivava e arriva tutt’ora a Roma. Per gli intenditori oggi è un pezzo della Via Emilia. 

Era una di quelle strade tutte dritte che piano a piano si sono popolate sempre di più e da cui poi sono nati i centri abitati. Qui si sviluppò anche l’economia basata su allevamento, produzione di formaggi, pascolo, mulini ad acqua e pesca che sì, può sembrare strano, ma a Milano si praticava lungo i fiumiciattoli che rendevano fertili i campi delle cascine vicine, come la Cascina Gambolòita, famosa nel quartiere.

Guida al quartiere corvetto

Quest’ultima infatti è stata il centro dell’attuale Corvetto per diverso tempo e da cui poi si è sviluppato tutto il quartiere. Era un agglomerato di varie cascine, una villa padronale ed edifici legati all’agricoltura. Col tempo, e con l’industrializzazione, vennero costruiti prima edifici industriali e poi popolari.

Se si osservano i palazzi di Corvetto si percepisce come già all’epoca era un insieme culturale con case di prima e dopo la seconda guerra mondiale, arricchito con edifici moderni. Sono presenti anche piccole e medie industrie e di commercio al dettaglio con ancora alcune botteghe storiche.

Un’altra costruzione importante per il quartiere è stata l’Abbazia di Chiaravalle, a qualche chilometro più a sud, divenuta fondamentale per l’irrigazione dei campi milanesi. Oggi, se ci si sposta in quella zona, è come se si entrasse in un mondo parallelo e rimasto qualche (o più) anno indietro, in quanto la zona dell’Abbazia è da sempre stata circondata da campi agricoli utilizzati dalle piccole e medie industrie della zona. Se state cercando un po’ di verde e natura, questo è il posto per voi.

Corvetto è da sempre un quartiere ambivalente. 

Nonostante la posizione strategica del quartiere – il Duomo di Milano si trova più o meno alla stessa distanza dell’Abbazia di Chiaravalle e quindi dei campi milanesi – è sempre stato un quartiere che ha avuto notevoli difficoltà. 

Un’offerta residenziale non troppo di qualità ha attirato una popolazione con qualche difficoltà economica e/o un livello di educazione basso. Ma allo stesso tempo ci sono sempre state tante associazioni attive nel quartiere. Iniziative dal basso, come la Casa di Giacomo, chiamata anche il Chiosco di Giacomo in Piazzale Corvetto, che non è solo un posto dove prendere un caffè, ma è diventato un punto di riferimento per la cultura nel quartiere. Giacomo dice:

“Il desiderio è di riuscire a convertire un non-luogo in un punto di sosta, far diventare uno spazio pubblico, maltrattato e abbandonato, in un’area abitata e quindi presidiata”. 

Il luogo di cui parla Giacomo è letteralmente un chiosco e ha il desiderio che diventi il punto di riferimento per aggregare le persone in senso ampio, attraverso il cibo ed anche grazie ad eventi socio ricreativi.

Le case sono strette, soprattutto considerando il fatto che le famiglie che ci abitano sono spesso large. Ma anche i cortili sono larghi; qui si vive e ci si incontra soprattutto all’aperto.

Il quartiere è molto denso, tra case, uffici, palazzi industriali, ma le strade sono abbastanza ampie. Ci sono infatti diversi viali alberati e verdi, come il chilometro delle farfalle, zona centrale di Corso Lodi che da Corvetto porta fino a Piazzale Lodi con l’intento di “accompagnare” i Milanesi, in bici o a piedi, in un ambiente accogliente e ricreando la biodiversità persa. 

Il quartiere è anche invaso dalle strade (sopraelevate) per permettere di arrivare o rientrare dall’Autostrada del Sole, ma è allo stesso tempo il (quasi) paradiso dei ciclisti, che seguono la ciclabile di corso Lodi per arrivare in posti più tranquilli. Passando magari per la Stazione delle Biciclette, un negozio di bici molto fornito. Da un lato c’è la povertà alimentare, dall’altro c’è un agroforesta attiva e un bellissimo mercato coperto.

Carolina, raccontaci di te

“Sono Carolina, nata e cresciuta a Milano proprio tra Brenta e Corvetto, in cui vivo da 25 anni, ma nomade di animo e di fatto. Ho sempre vissuto questo quartiere con leggerezza, perché fin da bambina ci scorrazzavo senza alcun problema. Ora sono freelance e lavoro nel mondo della comunicazione e dei viaggi e mi ritrovo spesso a girare per il mondo, sia per lavoro, sia per diletto. Questo allontanamento dalla città mi fa sempre bene, perché Milano per me ora è diventata un po’ stretta, ma ogni volta è sempre bello ritornare”.

Qual è la tua relazione con il quartiere?

Ho spinto io per raccontare di Corvetto-Brenta in questa rubrica dei quartieri di Milano, perché credo che ci siano tanti miti da sfatare. Sarò di parte ma questo quartiere secondo me, non ha pecche. Certo è diverso dal classico quartiere residenziale, ma non ha nulla che gli manchi.

Brenta-Corvetto sono due quartieri rispettivamente residenziali e popolari, ci sono tanti palazzi con appartamenti, qualche ufficio, supermercati, ristoranti e antiche botteghe. Sarò di parte, perchè è dove vivo, ma a me piace molto come zona da vivere e per vivere perché è molto tranquilla c’è tutto ciò di cui si ha bisogno nella vita di tutti i giorni e quando si ha bisogno di svago, ci sono parchi nelle vicinanze che ti portano fuori città.

Forse io lo vedo e lo vivo in modo diverso rispetto a chi ci si approccia adesso. Io ho visto un cambiamento e credo che sia proprio una delle zone di Milano in continua espansione e riqualificazione. Si basti pensare che tutta la zona limitrofa di Rogoredo, ancora più a sud, è proprio dove hanno costruito tutto l’headquarter di Sky, o anche la zona di Fondazione Prada dove tra l’altro verrà costruito il villaggio olimpico per le Olimpiadi 2026.

Ecco, io credo fortemente in questo quartiere, nelle sue difficoltà e nei suoi pregi. Bisogna viverlo per capire che non è poi così male come, forse, può sembrare da un’occhiata veloce.

Facciamo un giro nel quartiere?

Primissima cosa da sapere è che se prendete la metro gialla da Duomo ci mettete esattamente 7 minuti di orologio per arrivare a Brenta e questo è già un primo punto per amare il quartiere, la vicinanza con il centro è tutto. Da qui uscite e vi troverete nel mezzo di un incrocio abbastanza trafficato, ma tranquilli vi porto subito via. 

Immaginiamoci che sia mattina e che abbiate una voglia matta di una buona colazione, l’Officine del Dolce è ciò che fa al caso vostro. È una pasticceria artigianale, con annesso laboratorio, nata nel 2014 in cui i ragazzi pasticceri si mettono all’opera seguendo le tradizioni artigianali lombarde e nazionali. Ma la cosa che secondo me è pazzesca, è che il tutto è preparato senza glutine, così che anche gli amici che non possono mangiare glutine, potranno fare colazione con voi. 

Officine del Dolce
Via Tagliamento, 2 | Milano
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A questo punto ci facciamo una passeggiata prima di andare, di nuovo, a mangiare e ci dirigiamo verso una vera rarità. É il momento di un po’ di cultura, Reading Room. É una di quelle librerie piccoline e che vi immaginereste di vedere a Isola o in zona Navigli, di quelle librerie con libri e riviste indipendenti e un po’ hipster. Ecco per una volta, questa cosa qui, la trovate qui a Corvetto.  

“Nato dal desiderio di dare voce e visibilità a un fenomeno che in questi anni, attraverso progetti editoriali visionari, sta ridefinendo il sistema dell’editoria e il senso della carta stampata ai tempi di internet.”  

È anche una sorta di back to the past e di ritorno a ciò che sta svanendo, ma si sa che a noi giovani piace tutto ciò che è vintage. 

Reading Room
Via Mincio, 10 | Milano
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Dopo un paio di letture e dopo aver chiacchierato con i ragazzi, che sono sempre molto disponibili, possiamo tornare a fare ciò che più ci piace, mangiare. É arrivato il momento di Magnamm, il ristorante napoletano del quartiere. Napoletani fino all’osso, milanesi d’adozione sono nati a maggio 2020, è stata fin da subito una sfida per loro. Oltre che a essere usciti allo scoperto in uno dei momenti più difficili per la ristorazione, la zona in cui hanno aperto (piazzale Bonomelli) è stata subito una grande incognita. Questo perché qui non sono mai riusciti a sopravvivere ristoranti di questo genere. Loro, invece, hanno avuto, nel loro piccolo, un bel successo e hanno reso persone come me, amante della pizza e del cibo italiano, molto, ma molto felici. 

Magnamm
Piazza Geremia Bonomelli, 5 Milano
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Guida al quartiere corvetto

Cibo, cibo e cibo

Con lo stomaco bello pieno ora possiamo fare un po’ di ginnastica, si fa per dire tranquilli facciamo una banale camminata, solo per arrivare ad altri due posticini molto carini dove, se avete una cena o un’occasione speciale da festeggiare, potete svaligiare il banco e rendere le persone a casa felici.

Parliamo della Fonte del Dolce, pasticceria storica che dal 1963 produce tutto in casa. Dai pasticcini, alle torte composte, dalle pizzette ai tortelli alla crema.

Se entrate qui, non potete non uscire con un bel sacchetto pieno di cose buone da condividere. Io da piccola andavo con la mamma a prendere le pizzette, sapete quelle piccole da festa, il sabato pomeriggio e le mangiavo come merenda, quindi potrebbe anche essere un ottimo stop se siete presi da un attacco di fame tra un pasto e l’altro. Ultimo consiglio che mi sento di darvi è che se passate di qui sotto Carnevale, sia milanese che non, dovete, e qui mi ci impunto, dovete, prendere i tortelli alla crema. Sono spaziali.

Fonte del Dolce
Via Bessarione, 19 | Milano
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L’altro posto molto carino, e sempre di cibo si parla, è Gobbato, un forno storico nel quartiere (ha compiuto 43 anni di attività nel 2021) che produce tutto seguendo la tradizione. Ogni giorno, pane, pizza, focacce, brioches e tanto altro sempre fresco.

Si trova in una posizione abbastanza periferica e un po’ scomoda da raggiungere senza mezzi propri, ma vale tutta la distanza percorsa. Qui è ottimo il pane, con tante farine diverse, da prendere e portare a casa per la cena. 

Gobbato
Via Nicolò Barabino, 7 | Milano
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Infine, per concludere il nostro giro per il quartiere, vi porto a bere uno spritz in uno dei posti più recenti aperti qui in zona, il Madama Hostel

“La palazzina Liberty, in perfetto stile Vecchia Milano, che lo accoglie un tempo ospitava un Commissariato della Polizia e successivamente un hammam. Da qui arrivano il nome Madama, che in gergo significa proprio Polizia, e il colore dominante, quel verde-azzurro che richiama il mare e che il centro benessere aveva scelto per alcuni mobili”. 

Perfetto per bere qualcosa dopo il lavoro o perchè no anche dopo cena, e fare delle chiacchiere con gli amici. Ci sono delle serate in cui c’è musica dal vivo che animano la zona e poi parliamone, quanto è bello andare lì e sentirsi un po’ all’estero. Sentire parlare persone in lingue straniere fa sempre molto effetto internazionale. E ci fa sentire sempre bene.

Madama Hostel
Via Benaco, 1 | Milano
Sito | Instagram | Scopri di più

Come pensi sarà il futuro del quartiere?

Il quartiere è in continua evoluzione, negli ultimi 5 anni sono nate tante belle nuove realtà e sono convinta che non sia finita qui. C’è tutta la zona dietro piazzale Bonomelli – Fondazione Prada – che si sta riqualificando a vista d’occhio. Se dovesse diventare un nuovo centro della città, ne sarei davvero felice, perché è un quartiere che è sempre stato poco considerato da tanti perché multietnico di vocazione.

Speriamo che guida al quartiere Corvetto e Brenta visto dagli occhi di Carolina vi sia piaciuto! Presto nuove puntate su Corvetto e sugli altri quartieri!


All images @ 2022 Pietro Dipace, Carolina Isella, Martina Castellanza